“COMBATTENTI PER LA PACE” E IL MONDO ISRAELO-ORTODOSSO

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di Elisabetta Tealdi

 

L’occasione è stata la presentazione del libro “Combattenti per la Pace”(Multimage) a Base Gaia, il cohousing di via Crescenzago. Per parlare del movimento nato nel 2005 da ex combattenti israeliani e palestinesi, questi ultimi spesso reduci da periodi di detenzione carceraria.Tutti impegnati in una scelta di nonviolenza, di dialogo e non di vendetta. Dalla tragedia alla solidarietà… come amano definire il loro percorso. Il libro sta riscuotendo un’importante risonanza che i media non raccontano. Nonostante il successo ricevuto al festival del Cinema dei diritti Umani a Napoli con il film ”Disturbare la Pace”.

È a Base Gaia che ho conosciuto Eszter Koranyi. Ebrea, nasce in Ungheria da una famiglia con tragiche esperienze durante l’Olocausto. Con il vissuto del periodo comunista, in cui le religioni venivano messe a tacere. A 11 anni ( nel 1995) visita Israele ospite di parenti e amici. Rimane folgorata da Gerusalemme e dal deserto, da un posto “ per gli ebrei” come sempre le avevano mitizzato i suoi nonni! Ritorna dopo qualche anno per un volontariato in un Kibbutz e la consapevolezza più adulta dell’Intifada, del muro, dell’assassinio di Rabin la scaraventa nel conflitto e nell’orrore dell’ occupazione sistematica della Palestina. Viaggia a Sarajevo e conosce un gruppo di giovani serbo-bosniaci ,che la politica aveva etichettato come nemici e che invece si trovano a lavorare insieme per il futuro del loro paese in Pace. 

Poi viene in Italia e partecipa ai movimenti contro la guerra in Iraq.Studia a Verona e fa un Erasmus a Napoli .Ma vuole e ottiene facilmente( essendo ebrea) la cittadinanza israeliana,decidendo di vivere a Gerusalemme, “ la casa del nostro popolo” che le raccontavano i nonni! Dove conosce suo marito  La sua scelta si radicalizza entrando nei Combattenti per la Pace,lavorando nei territori occupati dai coloni in Cisgiordania e lottando per l’accesso all’acqua. Fa Presenza Protettiva in difesa dei palestinesi e collabora a creare un gruppo Bi Nazionale. È una traditrice per gli ebrei, ma persevera nella scelta dell’Umanità e della Nonviolenza. Ad un certo punto Eszter afferma :”La società israeliana deve pagare un prezzo ancora più alto per capire”! Ed io le chiedo se il 7 ottobre non sia già stato un prezzo altissimo! E lei con una pacatezza ferma mi risponde che il 40% degli israeliani  scende in piazza per riavere gli ostaggi e la democrazia (ma per chi? solo per loro?), per un cessate il fuoco. Ma il 60% ultra ortodosso pensa di aver avuto Cisgiordania ed Israele da Dio, convinto che il prezzo dei morti anche civili sia giustificato come siano doverosi i soldi americani per gli insediamenti dei coloni. Netanyahu continua a mantenere il privilegio degli ultra ortodossi (Haredim) ad essere esonerati dal servizio militare per dedicarsi totalmente alle scuole di religione. Ha cacciato il ministro della difesa Gallant , anche perché lui voleva arruolarli. Gli Haredim (circa 67000 uomini) sono sostenitori di Netanyahu , dal momento che la Corte Suprema ha sostenuto la cancellazione  del loro privilegio. Il loro nome significa “ timorosi di Dio” e sono focalizzati sullo studio della Torah, vivendo con sussidi statali. L’ebraismo è un universo frammentato: gruppi ultraortodossi si oppongono al sionismo. “Sì al giudaismo e no al sionismo” è lo slogan che ha risuonato nel quartiere Mea Shearim a Gerusalemme, esponendo bandiere palestinesi! Quartiere non contaminato dalla vita moderna e in grande crescita demografica. Rimasto al 1847, quando fu fondato da un centinaio di ebrei. Si distinguono dagli ortodossi nazionalisti sionisti ed esprimono la loro visione  religiosa giudaica, che  vieta la repressione di altri popoli! Ormai anche i Kibbutz non sono più quell’esperienza comunitaria e libertaria degli anni ‘70. Non collaborano con i Combattenti per la Pace. Biden ha fatto una politica pro Israele con una “ cosmetica più bella di quella che forse userà Trump”. I disertori israeliani sono pochi per la paura del carcere. E allora? Eszter confida nell’Europa, che sarà vittima dei tanti terroristi del futuro se non capirà di dover interconnettersi con il Medio Oriente e  se non lavorerà seriamente per la Pace.

 

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