Appello per rafforzare la delegazione disarmista a New York

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Appello ai singoli/e e ai collettivi pacifisti/disarmisti per rafforzare la delegazione organizzata dai Disarmisti esigenti 

TERZO INCONTRO DEGLI STATI PARTE DEL TPNW – trattato di proibizione delle armi nucleari (New York City dal 3 marzo al 7 marzo 2025)

Preceduto dall’incontro attiviste/i ICAN (2 marzo 2025)

Maggiori info su:

www.disarmistiesigenti.org

www.icanw.org

https://meetings.unoda.org/-msp/treaty-on-the-prohibition-of-nuclear-weapons-third-meeting-of-states-parties-2025

Saremo direttamente presenti a questo appuntamento del 3MSP (Terzo meeting degli Stati parti), Disarmisti Esigenti & partners (es. LOC, Costituente Terra) con una nostra delegazione a New York, portando un working paper, ispirato alla formula (che spiegheremo) ICAN+NFU.

Questo nuovo documento di lavoro, in via di preparazione, sarà un aggiornamento di quello preparato al 2 MSP (Secondo Meeting degli Stati Parti), per dare qualità alla voce della società civile rappresentata da ICAN, la campagna internazionale per la proibizione delle armi nucleari, premio Nobel per la pace 2017. Lavoriamo per il coordinamento di ICAN con la Campagna NFU (No First Use) nel testo stesso del Trattato, percorso che dovrebbe meglio definire e “flessibilizzare” la categoria degli “Stati in conversione”.  Ecco quindi spiegata la formula ICAN+NFU.

Il TPNW, al momento ratificato da 73 Stati (nel 2017 venne adottato da 122 Stati), più altri 25 che hanno firmato ma non ancora ratificato, è il primo trattato internazionale legalmente vincolante che, per i sottoscrittori, rende illegali lo stesso possesso delle armi nucleari mirando alla completa loro proibizione e tracciando un percorso verso la loro eliminazione totale.

Il Trattato riconosce e condanna le catastrofiche conseguenze umanitarie e ambientali delle armi nucleari, promuovendo un approccio basato sul diritto umanitario e sulla protezione delle generazioni future.

Anche se le principali potenze nucleari non hanno aderito al trattato, esso esercita una pressione morale e politica su di esse: la “stigmatizzazione” degli strumenti di morte incoraggia il disarmo e la non proliferazione.

L’universalizzazione del TPNW sarà frutto di una strategia di diplomazia popolare capace di coinvolgere le stesse potenze nucleari, a partire dalla presa d’atto della centralità del rischio costituito dalla deterrenza, secondo noi un “genocidio programmato”, più convincente, a nostro parere, rispetto alle argomentazioni giuridiche ricavate dal diritto umanitario di guerra.

Per sottoscrivere online il documento dei Disarmisti esigenti: 

https://www.petizioni24.com/ican-nfu

La delegazione accreditata da ICAN è completabile con nuovi nominativi da comunicare – con una e-mail a coordinamentodisarmisti@gmail.com – entro il 26 febbraio 2024.

Gli aderenti ai gruppi disarmisti, pacifisti, nonviolenti sono invitati a farne parte – spese di viaggio e di soggiorno a loro carico – in considerazione di due caratteristiche notevoli dell’evento cui si dovrebbe partecipare:

1) con gli inevitabili limiti pur sempre riscontrabili, la Campagna ICAN può essere valutata come la più importante iniziativa in corso del pacifismo mondiale;

2) numerosi membri ICAN si occupano di educazione alla pace ed essere a New York costituisce una occasione unica per prendere molti contatti di persona con personalità e organizzazioni impegnate su questo terreno.

ICAN è una coalizione globale di circa 700 organizzazioni della società civile che lavorano per l’abolizione delle armi nucleari. Partecipare alle loro riunioni permette ai pacifisti di connettersi con persone da tutto il mondo che condividono i loro stessi ideali, creando una rete di supporto e azione a livello internazionale. Questo rafforza il movimento pacifista globale e aumenta la pressione sui governi per il disarmo nucleare in modo focalizzato; e per il disarmo in generale.  

Promotori della delegazione per ICAN+NFU: Disarmisti esigenti & Partners

Alfonso Navarra (cell. 340-0736871) – Luigi Mosca –  Mario Agostinelli – Sandro Ciani – Giovanna Cifoletti – Antonella Nappi – Daniele Barbi – Ennio Cabiddu – Cosimo Forleo – Alessandro Capuzzo – Milly Bossi Moratti – Guido Viale 

Per contattare telefonicamente a New York Sandro Ciani : +49 172 148 9551 

In vista del Terzo Meeting degli Stati parti, a New York, (3-7 marzo 2025) sempre presso il Palazzo di Vetro dell’ONU, si registrano ulteriori firmatari e adesioni organizzative: 

Michele Santoro – Servizio Pubblico

Mimmo Lucano – eurodeputato AVS (in attesa di conferma)

Francesco Lo Cascio (Consulta per la pace – Palermo) e Mons. Giovanni Ricchiuti, presidente Pax Christi Italia

Greta Triassi e Sabina Ciuffini (PTD Lombardia) 

Totò Schembari – Pagoda per la pace (Comiso)

Teresa Lapis (WILPF Italia)

Costituente Terra (Paola Paesano farà parte della delegazione che raggiungerà New York) 

Olga Karatch, bielorussa, di Our House (in esilio in Lituania), candidata premio Nobel per la pace, farà parte della delegazione.

Jeffrey e Sonia Sachs hanno inviato un messaggio di adesione

 

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Secondo working paper aggiuntivo per 3MSP (bozza al 21 dicembre 2024)

Il percorso TPNW, completata la sua prima fase, è come se, scalando una montagna, avesse raggiunto un rifugio e ora, per arrivare in cima, si trovasse a doversi arrampicare sulla ripida parete costituita dall’opposizione del “club nucleare”. 

Il veto NATO, in particolare, impedisce ai Paesi più possibilisti dell’Alleanza, come Germania e Olanda, di aderire. L’Italia al momento non rientra  tra gli Stati che mostrano disponibilità.

Ecco che bisogna complessificare i metodi per procedere, che riassumiamo nella formula “ICAN+NFU”.

Prendere atto dell’esistenza delle armi nucleari non significa accettarle e smettere di puntare ad un mondo liberato dalla minaccia della deterrenza “atomica”, nella sua sostanza un “genocidio programmato”.

E questo metodo è già contenuto nel TPNW quando si pone a complemento del TNP.

Nel preambolo del Trattato gli Stati sottoscrittori, infatti, “ribadiscono che l’attuazione completa ed efficace del Trattato di Non Proliferazione delle armi nucleari, che costituisce la pietra angolare del disarmo nucleare e del regime di non proliferazione, ha un ruolo fondamentale per promuovere la pace e la sicurezza internazionali”.

La “pietra angolare” del disarmo nucleare è il TNP!

Il problema è una ulteriore articolazione e flessibilizzazione dell’articolo 4 che già prevede la categoria degli “Stati in conversione”.

Si tratta, studiando la terminologia giuridica più appropriata, di affiancare una ulteriore categoria di Stati, magari in un articolo 4 bis, dopo l’articolo 4 (sotto riportato) che affiancano, non ostili, come fa la NATO, al TPNW considerato un ostacolo al percorso verso il disarmo nucleare (in quanto non attento alle esigenze ineludibili della sicurezza).

Questi Stati “affiancatori”, non aderenti né in conversione rigida, non devono, cioè, essere obbligati a procedure rigide di disarmo, ma devono ammettere/riconoscere che il percorso proibizionista del TPNW è utile e opportuno. Diventano osservatori permanenti delle conferenze TPNW, con diritto di proposta ma non di voto.

La condizione per fare parte di questa nuova categoria di Stati (art. 4 bis o nuovo articolo del TPNW) diventa la dichiarazione di rifiuto del primo uso, in qualsiasi circostanza, delle armi nucleari.

La speranza è di coinvolgere, in questo tipo di identificazione dichiarata e formalizzata, Paesi della NATO come la Germania e potenze nucleari più aperte al disarmo nucleare, ad esempio, per cominciare, la Cina.

Da un articolo, a firma Alfonso Navarra, già pubblicato sul sito di PTD:

Sembra del tutto convincente che la proibizione delle armi nucleari, con il Trattato di proibizione ratificato per ora da 73 Stati e valido giuridicamente solo per essi, per diventare qualcosa di più di una stigmatizzazione culturale, deve coinvolgere le potenze nucleari in un percorso di disarmo. Ma non sembra realistico ottenere l’immediata adesione degli Stati nucleari al TPNW: non si tratta di rinunciare all’obiettivo radicale del disarmo totale, si continuerà a lavorare per fare aumentare le ratifiche degli Stati a 74, 75, 76 eccetera; ma con approccio graduale e ben mirato, bisogna indicare la tappa intermedia che potrebbe coinvolgere le nove potenze (includendo Israele). Questa tappa è appunto un accordo sulla dichiarazione di non primo uso, “mai, in nessuna circostanza”, che deve significare concretamente anche deallertizzazione delle testate “atomiche” e separazione delle cariche esplosive dai vettori, con controlli esercitati, come già previsto dal Trattato di Non Proliferazione, dall’Agenzia internazionale per l’Energia Atomica.

Vi sono attualmente 2.000 testate nucleari in stato di prontezza operativa immediata, come pistole puntate senza sicura con i proiettili in canna. La loro deallertizzazione significa non renderle disponibili per un lancio immediato, includendo diverse misure. Si è già accennato alla separazione fisica delle testate dai missili o dagli aerei o natanti che le trasportano. Si può aggiungere la rimozione dei codici di attivazione e la riduzione del personale militare comandato a questa incombenza. Queste misure mirano a ridurre il rischio di un lancio accidentale: la guerra nucleare per errore può scoppiare per vari motivi ed è lì a ricordarcelo il riconoscimento attribuito dall’ONU a Stanislav Petrov, il colonnello sovietico che il 26 settembre 1983 in pratica la impedì non comunicando ai superiori un falso allarme di attacco nucleare da parte dei satelliti.  Il 26 settembre come data è appunto riconosciuta dall’ONU come “giornata per l’eliminazione delle armi nucleari”. La deallertizzazione non è il disarmo: adottando la metafora del far west, sarebbe come se i pistoleri continuassero a girare armati, ma con le pistole nel cinturone (anche con i proiettili nel cinturone, non infilati nel tamburo della pistola). Questo comunque allenterebbe di sicuro la tensione promuovendo un clima in cui i negoziati per il disarmo potrebbero andare avanti con maggiore tranquillità.

Collegare gli obiettivi della campagna ICAN (International Campaign to Abolish Nuclear Weapons) per la proibizione totale delle armi nucleari e della Campagna NO FIRST USE per il non primo uso di tali armi può essere estremamente utile per il movimento per il disarmo.

Ecco perché:

  • Sinestesia degli obiettivi: Entrambe le campagne condividono l’obiettivo fondamentale di ridurre il rischio di un conflitto nucleare. La proibizione totale è un passo radicale, mentre il non primo uso è una misura più immediata ma ugualmente significativa. Collegandole, si crea una sinergia che rafforza la richiesta di un mondo libero da armi nucleari.
  • Ampliamento del consenso: Unendo le forze, le due campagne possono mobilitare un pubblico più vasto, coinvolgendo sia coloro che sostengono una posizione più radicale (proibizione totale) sia coloro che preferiscono un approccio più graduale (non primo uso).
  • Pressione politica maggiore: Un movimento più unito esercita una pressione politica maggiore sui governi, rendendo più difficile per loro ignorare le richieste della società civile.
  • Coerenza del messaggio: Collegare le due campagne permette di presentare un messaggio più coerente e convincente, sottolineando la necessità di adottare misure concrete a tutti i livelli per ridurre la minaccia nucleare.

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