LA SCOMODA VERITA’ ALLA BASE DEL MIRAGGIO DELLA “DETERRENZA” VA SPIEGATA ALLA GENTE COMUNE!
LA DIFESA DAL (E QUINDI LA RICERCA DEL) PRIMO COLPO NUCLEARE – È LA REGOLA FONDAMENTALE DELLA COMPETIZIONE ATOMICA.
LA MUTUA DISTRUZIONE ASSICURATA NON REGGE SE POSSIAMO SPARARE MISSILI “ATOMICI” NON INDIVIDUABILI O SE POSSIAMO DISTRUGGERE IN VOLO I MISSILI DELLA POTENZA AVVERSARIA.
NE DISCUTIAMO ONLINE L’8 DICEMBRE NELL’ANNIVERSARIO DEL TRATTATO DEL 1987 DI ELIMINAZIONE DEGLI EUROMISSILI, CHE OGGI RITORNANO IN CAMPO
Di Alfonso Navarra
Perché, nell’ambito delle dottrine sull’ impiego delle armi nucleari, si è passati dalla mutua distruzione assicurata alla risposta flessibile ed in questo contesto è stata concepita la guerra nucleare limitata al “teatro” europeo (ed ai vari “teatri” in cui viene suddivisa la competizione di potenza)?
Il sottoscritto ha trattato il problema in vari libri, tra i quali ne segnalo uno dedicato alle ragazze e ai ragazzi: “La guerra nucleare spiegata a Greta”, Emi edizioni, 2006.
Lo scenario di questa guerra “limitata” fu alla base della cosiddetta “crisi degli euromissili” degli anni Ottanta del secolo scorso, superata dall’accordo INF (Forze nucleari intermedie) tra Reagan e Gorbaciov del 1987, in cui ebbe un ruolo anche la resistenza nonviolenta del Cruisewatching.
Oggi la questione ritorna attuale con la guerra in Ucraina, in cui l’uso delle atomiche “tattiche” è minacciato, in particolare da parte russa (ma non solo) un giorno sì e l’altro pure; e se ne parla con più clamore dopo il patto bilaterale USA-Germania per la reinstallazione dei Tomahawk (e altri missili) annunciato e approvato dal summit NATO del luglio 2024.
La denuncia del Trattato sulle Forze Nucleari a Raggio Intermedio (INF) da parte di Russia e Stati Uniti ha creato un vuoto normativo, consentendo a entrambi i Paesi di sviluppare nuovi sistemi missilistici a medio raggio (dai 500 ai 5.500 km).
Gli euromissili che saranno dispiegati in Germania nel 2026 sono convenzionali, ma rientrano nella possibilità di un primo colpo contro le “basi atomiche” dell’avversario russo.
L’opinione pubblica ha pochi elementi per inquadrare il significato e la portata dell’evento. Molte “non notizie” sarebbero da spiegare al pubblico che ignora, ad esempio, che in realtà la corsa agli armamenti nucleari è, come intrinseca necessità tecnica del “gioco”, la ricerca della difesa da un eventuale primo colpo (first strike) da parte della potenza nucleare avversaria.
La MAD, sviluppatasi durante la prima fase della Guerra Fredda, postulava che un attacco nucleare da parte di una superpotenza avrebbe innescato una reazione altrettanto devastante da parte dell’avversario, portando alla distruzione reciproca. Questo “equilibrio del terrore”, si pensava, avrebbe scoraggiato qualsiasi attacco iniziale, poiché nessuna parte avrebbe potuto sperare di uscirne vincitrice.
Ma questa concezione, alla fine, non ha retto al cambiamento dei dati reali, tecnici, della situazione. Si può fare risalire il cambiamento strategico a diversi fattori, non ultimo l’esigenza politica di uscire dalla rigidità della MAD, che offriva poche opzioni in caso di crisi. La risposta flessibile, invece, prevede una gamma più ampia di opzioni, consentendo ai decisori politici di adattare la risposta alla gravità della minaccia.
Ma la causa determinante della erosione e del superamento della MAD la si può individuare non nei capricci della volontà di potenza dei governanti, bensì nella fatale esigenza di una difesa efficace contro un primo colpo nucleare dell’avversario.
Ecco alcune delle ragioni tecniche principali.
Se una parte credesse di potersi difendere da un primo colpo, con un sistema di intercettazione efficace, potrebbe essere tentata di sferrare per prima un attacco, nella speranza di disarmare l’avversario prima che possa reagire. Questo crea una spirale di competizione per sviluppare sistemi d’arma sempre più sofisticati, minando la stabilità strategica.
Lo sviluppo di sistemi missilistici antibalistici e di altre tecnologie difensive ha messo in discussione l’assunto fondamentale della MAD, ovvero che un attacco nucleare porterebbe inevitabilmente alla distruzione reciproca. I missili dell’avversario possono essere visti e colpiti in volo!
Anche gli arsenali nucleari sono vulnerabili, e attacchi preventivi potrebbero riuscire a distruggere una parte significativa delle forze nucleari avversarie.
E possono essere lanciati missili non individuabili dai satelliti e dai radar, adatti al primo colpo. Questa era ad esempio l’intenzione esplicita dei Cruise di Comiso.
La possibilità di un primo colpo efficace potrebbe far sentire una potenza nucleare più sicura e invogliata a intraprendere azioni più aggressive, poiché si sentirebbe meno vulnerabile a una rappresaglia.
La possibilità di difendersi da un attacco rende, allora, il calcolo della deterrenza molto più complesso. Non è più sufficiente contare sulla minaccia di una distruzione reciproca, ma bisogna considerare una serie di fattori aggiuntivi, come la vulnerabilità dei sistemi d’arma, l’efficacia dei sistemi di difesa e la volontà di ciascuna parte di rischiare un conflitto nucleare.
La proliferazione nucleare ha favorito ulteriormente il passaggio di impostazione strategica: essendo i giocatori “nucleari” diventati più di due, la certezza di una risposta immediata e devastante, alla base della MAD, ha sempre meno basi razionali (nella logica paranoica della “deterrenza”).
Poi anche gli sviluppi tecnologici hanno reso i sistemi di comando e controllo più vulnerabili, mettendo in dubbio la capacità di garantire una risposta rapida e coordinata. Oggi questa condizione è ancora più “stressata” dalla velocità ipersonica dei missili e con la minaccia di attacchi cibernetici guidati dall’intelligenza artificiale.
La concezione di una guerra nucleare limitata al teatro europeo si inserisce in questo nuovo contesto strategico. Essa prevede la possibilità di utilizzare armi nucleari tattiche, con effetti limitati geograficamente e in termini di potenza distruttiva, in risposta a una minaccia convenzionale o a una limitata escalation nucleare.
L’Europa, ex padrona del mondo, è da sempre una regione di grande importanza strategica, al centro delle tensioni tra le grandi potenze globali. Alcuni paesi europei, come la Francia e il Regno Unito, possiedono arsenali nucleari. Alcuni strateghi hanno sostenuto che una guerra nucleare limitata all’Europa potrebbe essere contenuta, evitando una escalation globale.
Da parte pacifista ci sono sempre state critiche alla logica di fondo della deterrenza nucleare, che conduce inevitabilmente, se ci si riflette bene, alla ricerca del primo colpo.
Noi membri di ICAN (Campagna internazionale per l’abolizione delle armi nucleari, premio Nobel per la pace nel 2017) sosteniamo che:
La possibilità di una guerra nucleare limitata potrebbe aumentare il rischio di un conflitto nucleare su larga scala, poiché gli avversari potrebbero sottovalutare le conseguenze di un attacco iniziale.
Una volta iniziata una guerra nucleare, anche limitata, è difficile prevederne l’esito e controllarne l’escalation.
Anche un conflitto nucleare limitato avrebbe conseguenze devastanti e inaccettabili per le popolazioni civili. Oggi inoltre dobbiamo considerare la possibilità dell’”inverno nucleare”. Una guerra nucleare locale potrebbe portare a una catastrofe globale.
In conclusione
Il passaggio dalla MAD alla risposta flessibile rappresenta un tentativo di adattare la strategia nucleare al gioco della ricerca del primo colpo, favorito da un mondo in continua evoluzione, che ha moltiplicato gli attori nucleari e reso tecnologicamente precario il cosiddetto “equilibrio del terrore”. Tuttavia, questa nuova dottrina ignora il punto fondamentale che guerra nucleare rimane una minaccia esistenziale per l’umanità, e la prevenzione di un conflitto nucleare deve rimanere, come sostiene ICAN e tutto il percorso che ha portato al Trattato di proibizione delle armi nucleari (adottato nel 2017 ed entrato in vigore nel 2021) la priorità assoluta della politica internazionale.
Anche come preparazione al terzo meeting degli Stati parte del Trattato di proibizione delle armi nucleari (New York, marzo 2025), ne intendiamo parlare all’incontro online organizzato per l’8 dicembre del 2024, dalle ore 18:00 alle ore 20:00.
La discussione, introdotta da varie relazioni, l’abbiamo intitolata: “TORNANO GLI EUROMISSILI: TORNA L’INCUBO DELLA GUERRA NUCLEARE LIMITATA AL TEATRO EUROPEO?”
Sunday December 8, 18:00 – 20:00
https://us06web.zoom.us/j/83966819853?pwd=78mudVUWUw2NaN8EmbyI3WJ3HC6tEp.1