Di Alfonso Navarra – coordinatore dei Disarmisti esigenti – Milano 31 ottobre 2024
Appena nato in Germania, nel gennaio di questo anno, il partito di Sahra Wagenknecht, il Bundnis con il suo nome, ha subito conseguito significativi risultati alle europee (6,2% dei voti) ed immediatamente dopo, sfiorando il 15%, sia sopra che un po’ sotto, nelle elezioni dei Land di Brandeburgo, Sassonia ed infine Turingia. Insieme ai post-nazisti di AFD, ha terremotato il quadro politico, mettendo in difficoltà la “coalizione semaforo” (SPD, Liberali e Verdi), con il puntare soprattutto alla pace come priorità delle priorità, sentita dalle masse popolari (“dobbiamo forse fare la guerra alla Russia?”), ma ignorata dai rappresentanti istituzionali, protesi al riarmo della Germania (100 miliardi di investimenti).
L’interessante pratica, da parte del BSW, di negoziare i governi locali, dopo risultato nei Land, che ne ha fatto l’ago della bilancia, ponendo come discriminante per CDU e PSD una presa di posizione per la pace subito, da perseguire con la diplomazia e non come le armi, ci viene segnalata da Daniele Barbi, nostro corrispondente a Trier. Questa pratica, e l’intervento pubblico della leader del nuovo “partito della pace” tedesco (“in Brandeburgo abbiamo fatto un buon compromesso, in Turingia no!”), evidenziano una importante discussione in corso al suo interno, cui può essere utile riferirsi anche in Italia, da parte di chi ha in mente la costruzione di un “terzo polo pacifista”.
Un terzo polo del “pacifismo che ripudia la guerra”, riferendosi alle carte dell’ONU, europee e alla Costituzione, distinguentesi da quello generico, subalterno all’atlantismo e bellicismo di PD e CGIL, e da quello estremista, che vede ad esempio nella resistenza armata palestinese del 7 ottobre “l’inizio della rivoluzione mondiale dei popoli oppressi contro l’imperialismo” (ovviamente individuato solo negli USA).
Ho appena telefonato a Daniele Barbi che mi riferisce di un comitato esecutivo del BSW attualmente in corso e che ha bloccato le trattative in Turingia. Daniele richiama contatti con Fabio De Masi, il capogruppo del BWS al Parlamento europeo.
“La cosa che, da militante ecopacifista di lunga data, con un piede anche in Italia, a questo proposito, mi viene immediatamente da osservare è che, da noi, né il M5S né AVS penserebbero mai a porre la pace come discriminante per la formazione di un governo locale. Credo di essere abbastanza sicuro – e la cosa mi dispiace, credetemi – che la preoccupazione principale per le poltrone da occupare porterebbero questi soggetti politici a glissare sui problemi di politica estera, in cui detta legge la posizione atlantista e bellicista del PD. “…
Per quanto riguarda i Disarmisti esigenti, cioè la rete con la quale il Comitato antinucleare di Trier collabora, crediamo che in questa fase storica occorre che le amiche e gli amici della nonviolenza si pongano come “lievito” e “aggiunta” rispetto al pacifismo che agisce in coerenza con il ripudio della guerra. Rifuggire dagli opportunismi retorici non comporta immaginare sé stessi, con una propensione settaria, come antagonisti, ribelli, rivoltosi, e/o disobbedienti in servizio permanente effettivo, avanguardie “calde” che finiscono per isolarsi dai settori popolari “tiepidi”…